venerdì, settembre 14, 2007
giovedì, febbraio 01, 2007
Mostra Mail Art Stigma
Innaugurazione domani in seno alla serata inaugurale della VI edizione del Festival del Cinema Indipendente di Foggia. Ore 19 L'Altrocinema, Foggia.
Per vedere il video sulla mail art vai a www.stigmamente.it
domenica, dicembre 17, 2006
Time elegge la persona dell'anno
"Sei tu"
venerdì, ottobre 06, 2006
lunedì, aprile 03, 2006
Incontro con Giovanni Albanese
Conversazione con il regista Giovanni Albanese.
Luigi Starace
C’era il pubblico delle buone occasioni, venerdì 24 marzo 2oo6 all’auditorium della Magna Capitana, a Foggia, penultimo incontro della rassegna “Cinema Stigma e Diversità, il disagio psicologico” organizzato dalla Cattedra di Psichiatria della Università di Foggia.
Buona occasione, si diceva, per colloquiare prima insieme a tutti gli altri spettatori con il film AAAAchille, pellicola come poche oggi godibile molto più seduti in platea e non in poltrona a casa. Buona occasione ancora per colloquiare a tu per tu con il regista Giovanni Albanese.
AAAAchille è la storia di un ragazzo affetto da balbuzie che viene portato in una clinica specializzata per guarire. E’ stato girato interamente a Foggia e sul Gargano ed è un film, scritto a quattro mani con Vincenzo Cerami, autobiografico.
“Esistono dei centri per la cura della balbuzie che a raccontarlo non ci si crede. Anni fa visitai un centro di una università del nord in cui la cura era peggio della malattia. Entro e sento dei rutti pazzeschi: facevano bere litri di bevande gassate sostenendo che la parola venisse quindi incoraggiata ad uscire. Ed era un centro di logopedia. “
Rispondendo alle domande dei relatori e del pubblico, Albanese si è raccontato, prima nel disagio di
riuscire a trovare una cura per la balbuzie, o meglio dei professionisti che stessero lì ad ascoltare, a prendersi carico del problema, a spendere energie non tanto per affermare i propri metodi terapeutici, a volte fino a rasentare il grottesco, quanto ad entrare in contatto empatico con il malato.
Massimo Ranieri, Paolo Bonolis sono balbuzienti. Anche Letizia Casta, inizialmente la protagonista prevista, era balbuziente. Glielo chiesi al provino e capii che era vero quando mi disse che aveva terrore di rispondere al citofono, telefono… Tuttavia non conosco balbuzienti anziani, penso che sia dovuto alla presa di coscienza , alla fiducia in te stesso.
Riguardo proprio all’accettarsi per come si è e la necessità di paventare una normalità per non essere additati, stigmatizzati, Albanese aggiunge:
Ci sono persone che si convincono delle proprie bugie. Io e Cerami ci siamo iscritti ad un corso, quattro anni fa , entriamo in tre, fingiamo di balbettare, ci iscrivono e ci troviamo di fronte ad una camera con sedie da sdraio, e ci spiegano questo “cantoparlato” ( la tecnica usata dalla clinica del film per reintegrare i balbuzienti ). In un momento di pausa parliamo con gli altri del corso.
-Ma tu perché lo fai ? -
- Sono secondino in un carcere. –
Ho capito il dramma di quella persona.
In trent’anni, da quando ero balbuziente cioè, non era cambiato nulla. Avevo conosciuto il cantoparlato da piccolo ed era ancora li ad attirare il consenso della gente , ma …
Questo film allora non potrebbe leggersi anche come un dialogo interiore, fra l’Achille arrivato e quello ragazzino ?
Sono contento di questa osservazione perché Remo( il logopedista che sa vincere al ritrosia del ragazzino ) e Achille sono la stessa persona. Infatti alla fine Remo dice : “Da allora non l’ho più rivisto. Achille ce l’aveva fatta perché era come me.”
Non l’ho esplicitato nel film, però è uno dei sottotesti, si certo.
Nell’ottica dell’empatia il film sembra essere girato ad altezza di Achille ossia di un ragazzo di otto anni. Era nei programmi ?
Si ogni battuta è stata soppesata attentamente e ci siamo riusciti: il film è molto apprezzato dai ragazzi, li rappresenta, a giudicare dalle tante domande avute al Giffoni Film Festival ( era da dieci anni che non vinceva un italiano, ndr ). Fra i bambini so che è diventato un piccolo film di culto. Su canale 5 a luglio ha avuto il 30 per cento di share…mi avevano proposto anche di fare televisione visti i risultati…
Lei ha esordito nel panorama artistico con le sue sculture –ibridi. Poi è approdato al cinema. Nel suo sentirsi approdato-accettato, che valenza attribuisce alla indole artistica senza considerarla come una capacità ricevuta in contrappasso alla balbuzie. Molte volte infatti si ritiene che chi è privato della normalità riceva poi una “grazia” dalle connotazioni del talento. E’ proprio così ? Avrebbe fatto arte anche se la balbuzie non passava ?
La mia vita si divide a metà fra arte contemporanea e cinema. Nel film le mie istallazioni sono quelle che nella finzione creano i balbuzienti. Sono profondamente convinto che l’artista non sia un genio maledetto, almeno in questa epoca. Tu hai la capacità di movimento e di circolazione delle tue idee in proporzione a quanto sei capace di proporti, di dare; per cui qualsiasi forma di handicap non ti ricambia. Ce la fai nella misura in cui riesci a proporti.
Non esiste il genio incompreso. Si lavora in arte non la notte, non ubriachi ma al mattino, con calma, con i tempi giusti perchè sono lavori ormai di precisione e responsabilità culturale.
Anche Caravaggio, additato come genio sregolato, lavorava in silenzio, in tranquillità se manca la tranquillità, l’arte non viene fuori. E’ come si comunica insomma.
Poi l’idea di questo grande bilancione della vita, che toglie qualcosa e dà qualcos’altro non lo condivido.
Di fatti non tutti i down sono artisti e non tutti gli autistici sono come Dustin Hoffman…
Esatto: alla scuola di cinema ho raccontato proprio L’ottavo giorno, il film che avete proiettato anche qui a Cinema Stigma, confessando che vorrei scrivere un film su questo: perché una persona che noi chiamiamo down guarda un punto là e comincia a ridere con un gusto assoluto. Mi domando cosa ci sia là che non riesco a vedere. Voglio vederlo anch’io a tutti i costi. Anche se piangi, voglio sapere il perché. Voglio raccontar.
In questi anni infatti ho imparato una cosa :a non confondere la serietà con la tristezza.
Vi lascio con una frase di Remo :
“La solitudine è un cosa bellissima: basta dividerla con qualcuno”
sabato, febbraio 25, 2006
[ muoversi è vivere ]
Un giovane disabile segna 20 punti di seguito in una partita di high school.
domenica, febbraio 12, 2006
E' attivo il nuovo sito sullo Stigma
Cinema Stigma e Diversità, 17 febbraio-31 marzo 2oo6
venerdi 17 febbraio- ore 11
venerdi 17 febbraio ore 16
intervengono sul tema
Patrizia Bianco,
Venerdi 10 marzo ore 16
intervengono sul tema
Annamaria Petito,
Antonio Marinaro,
Venerdi 17 marzo ore 16
proiezione film Frankie delle stelle
intervengono sul tema
Madia Ferretti,
Giuseppe Pillo,
Luigi Starace,
Venerdi 24 marzo ore 16
proiezione film AAAAchille
intervengono sul tema
Vincenzo Orsi,
Giovanni Albanese,
Venerdi 31 marzo ore 15, non 16,
proiezione film Nick e Gino.
Intervengono sul tema
AntonelloBellomo,
Edoardo Altomare,
L'INGRESSO E' GRATUITO , BASTA FORNIRSI DI BIBLIOCARD CHE è GRATUITA E RICHIEDIBILE ANCHE VIA EMAIL A : info@bibliotecaprovinciale.foggia.it
lunedì, gennaio 23, 2006
martedì, gennaio 17, 2006
[ fotografia ] mostra " Il volto della follia"
Qual è il volto della follia? Può averne uno dagli infiniti volti con cui ci si presenta, e in cui forse ancora pensiamo di riconoscerla? Dopo aver rivolto indirettamente la propria attenzione a questo tema con le mostre di grandi artisti quali Camille Claudel e Ligabue, Palazzo Magnani concretizza con quest'ultima iniziativa un progetto espositivo di grande ricchezza e complessità, che traccia una storia dei manicomi e delle loro vittime attraverso cent'anni di fotografia.
http://www.cultframe.com/26/32/5275/articolo_informazioni.asp
lunedì, gennaio 09, 2006
Lo Stigma e la Mail Art
Questa Mail Art Call ossia questa chiamata alla partecipazione dei mail artisti riguarda lo stigma sociale.
Ma cos'è la Mail Art ossia l'Arte via posta ?
La Mail art è arte spedita via posta. Lo spirito della Mail Art ha tre caratteristiche fondamentali: senza regole, non soggetta a giurie e senza competizione per vincere premi.
Seguendo il link del titolo potrete entrare in un piccolo spicchio del mondo della Mail Art , farvene una idea e magari prendere francobollo e fantasia ....
La partecipazione infatti è libera e gratuita.
Verrà data copia di tutto a tutti i partecipanti.
martedì, gennaio 03, 2006
sabato, dicembre 31, 2005
[ Stuzzicamente ] # 2 Tutto ciò che non si può definire
[ Specilae Alda Merini ] donne raccontano donne
un film documento:
OGNI SEDIA HA IL SUO RUMORE
Il video ritrae la poetessa Alda Merini che, confessandosi senza inibizioni alla telecamera, traccia il ritratto della propria vita sofferta e straordinaria. Alternate alle immagini della Merini, quelle dell'attrice Licia Maglietta, che recita alcuni frammenti dell'opera della poetessa. L'incontro artistico tra Merini, Maglietta e De Lillo è avvenuto in occasione dello spettacolo teatrale "Delirio amoroso", di e con Licia Maglietta, prodotto a Napoli dai Teatri Uniti nel febbraio 1995.
Presentato al Festival Internazionale del Film, Locarno (Cineasti del presente).
http://www.vitagraph.it/delillo.htm
Una piece teatrale:
LICIA MAGLIETTA nasce a Napoli il 16 novembre 1954; nel corso della sua carriera intraprende esperienze di teatro, danza, cinema e televisione. Dopo la laurea in architettura entra prima a far parte del gruppo Falso Movimento e poi di quello dei Teatri Uniti. Dopo una parentesi con Carlo Cecchi che la dirige in "La locandiera" (1993) e "Leonce e Lena" (1994), ritorna al teatro con uno spettacolo tutto suo, "Delirio amoroso" (1995), nato dall'incontro con la poetessa Alda Merini, monologo sulla vita della stessa Merini, donna marchiata dall'esperienza manicomiale.
http://www.dedicafestival.it/Dedica04/prigione.html
giovedì, dicembre 22, 2005
[ Speciale Alda Merini ] "Lei si sente minacciato da me"
- Un po’ si signora -
- Ma da quando?
- È un po’ di timore reverenziale…-
[ Speciale Alda Merini ] Il manicomio
Il livellamento psichiatrico mette sullo stesso piano i geni e i folli. È un atto innaturale. I medici non sono in grado di capire che cos’è l’uomo, che cos’è l’uomo–Dio che è in noi, l’uomo creatore.
Il male fisico lo capiscono tutti, il male mentale, invece, è lo scacco per l’uomo e la sua scienza che non riesce mai a penetrare appieno i segreti dell’anima.
L’uomo non è nato per soffrire, ma è nato per la felicità. Io sono passata attraverso il tunnel del dolore che in realtà è stata per me una considerazione di ciò che può essere la vita, di ciò che può farti la vita ma anche di quello che noi possiamo fare alla vita. Perché possiamo essere anche noi stessi a mortificarla e a renderla brutta. Quei dieci anni trascorsi in manicomio hanno aperto uno squarcio in me che ho voluto raccontare perché nessuno conosce ciò che accade al di là del muro…
Quanto vuoto fanno i medici per avere in mano il cuore del paziente, ma non è preservandolo dal dolore che lo si guarisce. A volte questo è solo un pretesto per ucciderlo. Perché se l’uomo non sente il dolore non sente né la musica, né la poesia, né la vita e neanche la morte. Non dimentichiamo che moriremo tutti, però prima la vita va vissuta con gioia ed occorre capire che la poesia fa parte della vita e anche della morte e che è un grande rischio. Il poeta rischia molto è sempre al limite, è sempre sul filo del rasoio ma lo fa per insegnarci la felicità , la felicità per la vita che è in ognuno di noi.
La sopportazione mia del manicomio è stata dovuta alla mia religiosità, all’obbedienza, all’accettazione dei fatti divini della vita.
Io depreco quelli che vogliono soffrire più degli altri perché questo lo considero una colpa e un reato.
probabilmente pensano che attraverso la sofferenza si raggiunga la poesia...
Ed è lì lo scorno e l’offesa. Non è vero! Perché attraverso la sofferenza si raggiunge o la morte o l’abbandono.
[ Speciale Alda Merini ] Audio-Video
Video - Alda Merini: GenesiDalla trasmissione di Rai Educational "L'ombelico del mondo", dedicata alle intersezioni tra arti visive, musica e poesia, Alda Merini legge la sua composizione Genesi.
Documento multimediale: Alda Merini legge Genesi
Incipit de " la terra santa " ( audio della poetessa )
http://www.culturaspettacolovenezia.it/eventi.asp?id=1726
[ Speciale Alda Merini ] Aforismi
Sono una piccola ape furibonda.
La casa della poesia non avrà mai porte.
Chi si ostina fa scandalo.
L'inferno è la mia passione.
Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri.
Se Dio mi assolve, lo fa sempre per insufficienza di prove.
L'unica radice che ho mi fa male.
La calunnia è un vocabolo sdentato che,
Ogni poeta vende i suoi guai migliori.
Ci sono notti che non accadono mai.
[ Speciale Alda Merini ] La biografia
Alda Merini
Alda Merini (Milano, 21 marzo 1931) è una delle maggiori poetesse italiane contemporanee. La sua poetica, fatta di ardente visionarietà e profonda ma al tempo stesso sommessa inquietudine, la colloca tra le maggiori autrici del Novecento e dei primi anni 2000.
Nata in una famiglia di condizioni modeste (padre dipendente di una compagnia assicurativa e madre casalinga, minore di tre fratelli, una sorella e un fratello, che la scrittrice fa comparire sia pure con un certo distacco nella sua poesia), Merini frequenta da ragazza le scuole professionali all'Istituto "Laura Solera Mantegazza" e cerca, senza riuscirci (per non aver superato la prova di italiano), di essere ammessa al Liceo Manzoni. Nello stesso periodo, si dedica allo studio del pianoforte, strumento da lei particolarmente amato.
Biografia e poetica
Esordisce come autrice giovanissima, a soli 15 anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti che fu lo scopritore del suo talento artistico. Nel 1947, Merini incontra "le prime ombre della sua mente" e viene internata per un mese a Villa Turno. Quando ne esce alcuni amici le sono vicino e Giorgio Manganelli la indirizza in esame presso gli specialisti Fornari e Musatti.
Giacinto Spagnoletti sarà il primo a pubblicarla nel 1950, nell'Antologia della poesia italiana 1909-1949, con le poesie Il gobbo e Luce. Nel 1951, su suggerimento di Eugenio Montale e della Spaziani, l'editore Scheiwiller stampa due poesie inedite dell'autrice in "Poetesse del Novecento".
Nel periodo che va dal 1950 al 1953 la Merini frequenta per lavoro e per amicizia Salvatore Quasimodo. Nel 1953 sposa Ettore Carniti proprietario di alcune panetterie di Milano. Nello stesso anno esce il primo volume di versi intitolato "La presenza di Orfeo" e nel 1955 "Nozze Romane" e "Paura di Dio". Nello stesso anno nasce la prima figlia, Emanuela, e al medico curante della bambina la Merini dedica la raccolta di versi "Tu sei Pietro" che viene pubblicata nel 1961.
Dopo "Tu sei Pietro" inizia un triste periodo di silenzio e di isolamento, dovuto all'internamento al "Paolo Pini", che dura fino al 1972 (anche se intervallato da alcuni ritorni in famiglia, durante i quali nascono altri tre figli).
Diario di una diversa
Si alterneranno in seguito periodi di salute e malattia che durano fino al 1979 quando la Merini ritorna a scrivere dando il via ai suoi testi più intensi sulla drammatica e sconvolgente esperienza del manicomio, testi contenuti in "La Terra Santa", che sarà pubblicato da Scheiwiller nel 1984. Nel frattempo (1981) muore il marito e, rimasta sola, la poetessa dà in affitto una camera della sua abitazione al pittore Charles; inizia in questo periodo a comunicare telefonicamente con il poeta Michele Pierri che, in quel difficile periodo del ritorno nel mondo letterario, aveva dimostrato di apprezzare la sua poesia. Lo sposa nell'ottobre del 1983 e va a vivere a Taranto, dove rimane per tre anni.
In quel periodo scrive le venti poesie-ritratti de "La gazza ladra" (1985) e testi per Pierri. Sempre a Taranto porta a termine "L'altra verità. Diario di una diversa".
La Merini fa ritorno a Milano nel luglio del 1986 dopo aver sperimentato nuovamente gli orrori del manicomio di Taranto: si mette in terapia con la dottoressa Marcella Rizzo alla quale dedica più di una poesia. Nello stesso anno riprende a scrivere e ad incontrare i vecchi amici, tra cui Vanni Scheiwiller, che le pubblica appunto "L'Altra verità. Diario di una diversa", il suo primo libro in prosa al quale seguiranno "Fogli bianchi" nel 1987 e "Testamento" (del 1988).
Caffè sui navigli
Sono questi, per la Merini, anni fecondi dal punto di vista letterario e di conquista di una certa serenità. Nell'inverno del 1989 la poetessa frequenta il caffè-libreria "Chimera", situato poco lontano dalla sua abitazione sui Navigli, e offre agli amici del caffè i suoi dattiloscritti. Sarà in questo periodo che nasceranno libri come "Delirio amoroso" (1989) e "Il tormento delle figure" (1990).
Negli anni seguenti diverse pubblicazioni consolidano il ritorno sulla scena letteraria della scrittrice. Nel 1991 escono "Le parole di Alda Merini" e "Vuoto d'amore" a cui fa seguito nel 1992 "Ipotenusa d'amore", nel 1993 "La palude di Manganelli o il monarca del re" e il volumetto "Aforismi", con fotografie di Giuliano Grittini. È questo l'anno in cui le viene assegnato il Premio Librex-Guggenheim "Eugenio Montale" per la Poesia, premio che la consacra tra i grandi letterati contemporanei e la accosta a scrittori come Giorgio Caproni, Attilio Bertolucci, Mario Luzi, Andrea Zanzotto, Franco Fortini.
Reato di vita. Autobiografia e poesia
Nel 1994 vede la luce "Titano amori intorno" uscito presso l'editore "La vita felice", con sei disegni di Alberto Casiraghi, e il volume "Sogno e Poesia", da "L'incisione di Corbetta", con venti incisioni di altrettanti artisti contemporanei. Nel 1995 viene pubblicato da Bompiani il volume "La pazza della porta accanto" e da Einaudi "Ballate non pagate".
Sempre nel 1994 esce nelle "Edizioni Melusine" "Reato di vita, autobiografia e poesia". Nel 1996, con il volume "La vita facile", le viene attribuito il "Premio Viareggio" e nel 1997 il "Premio Procida-Elsa Morante".
Nel 1997 vengono pubblicate dall'editore Girardi la raccolta di poesie "La Volpe e il sipario", con illustrazioni di Gianni Casari, dove è più che mai evidente la tecnica della poesia che nasce spontaneamente in forma orale e che altri trascrivono. Fenomeno, questo, che - pur essendo tipicamente contemporaneo, con la scelta dell'oralità a svantaggio della scrittura - rimane per ora unico dentro all'universo della poesia contemporanea. Si assiste pertanto, a proposito di Merini, al fenomeno di un'oralità che conduce sempre più verso testi assai brevi e, infine, all'aforisma.
Aforismi e magie
Sono questi gli anni in cui la produzione aforistica di Merini diventa molto ricca, come testimonia nel 1997 "Il Catalogo Generale delle Edizioni Pulcinoelefante", edito da Scheiwiller.
Nel 1999 in "Aforismi e magie", pubblicato da Rizzoli, viene raccolto per la prima volta il meglio di quel genere. Il volume viene illustrato dai disegni di Alberto Casiraghi, amico, poeta ed editore della Merini che ha sollecitato, raccolto e accompagnato con i suoi piccoli libri "Pulcinoelefante", questa nuova vocazione.
La collaborazione con i piccoli editori - che comprendono, oltre "Pulcinoelefante", lo "Zanetto", la "Vita felice", il "Melangolo" e altri - ha portato ad altri minitesti come, tra gli ultimi pubblicati, "Lettera ai figli", edito da Michelangelo Camilliti per l'edizione "Lietocollelibri" e illustrato da otto disegni onirici e surreali di Alberto Casiraghi.
Da ricordare il volume edito da "l'Incisione", "Alda Merini", che contiene poesie inedite della poetessa e disegni dell'artista Aligi Sassu, opere stampate su torchio in litoserigrafia.
La sua vita, più bella della poesia
Nel 2000 esce nell'edizione Einaudi "Superba è la notte", un volume che è il risultato di un lavoro minuzioso compiuto su numerose poesie inviate all'editore Einaudi e a Ambrogio Borsani. I versi che compongono la raccolta sono stati scritti nel periodo che va dal 1996 al 1999. Non essendo stato possibile dare al materiale un ordine cronologico i curatori si sono basati sull'omogeneità tematica e stilistica complessiva dell'opera.
Nel 2002 viene stampato dall'editore Salani, un volumetto dal titolo "Folle, folle, folle d'amore per te", con un pensiero di Roberto Vecchioni che in seguito scriverà una "Canzone per Alda Merini"
Sempre nel 2002 viene pubblicato dall'editore Frassinelli "Magnificat, un incontro con Maria", corredato da disegni di Ugo Nespolo e ancora, da Frassinelli, "La carne degli Angeli" con venti opere inedite di Mimmo Paladino; nel 2003 la "Einaudi Stile Libero" pubblica un cofanetto con videocassetta e testo dal titolo "Più bella della mia vita è stata la poesia".
Clinica dell'abbandono
Nel 2003 e 2004 viene pubblicato dall'Einaudi "Clinica dell'abbandono" con l'introduzione di Ambrogio Borsani e con uno scritto di Vincenzo Mollica. Il libro è diviso in due sezioni: la prima, "Poemi eroici", che comprende versi scritti alla fine degli anni Novanta, la seconda, "Clinica dell'abbandono", che raccoglie i versi degli ultimi anni. Questo volume riproduce, con alcune aggiunte, il testo del cofanetto con videocassetta "Più bella della mia vita è stata la poesia".
Nel febbraio del 2004 Merini viene ricoverata all'Ospedale San Paolo di Milano per problemi di salute. Da tutta Italia vengono inviate e-mail a sostegno di un appello lanciato da un amico della scrittrice che richiede aiuto economico. Sorgono numerosi blog telematici e siti internet nei quali viene richiesto l'intervento del sindaco di Milano Albertini. La scrittrice ritorna successivamente nella sua casa di Porta Ticinese.
Dal 15 marzo sempre del 2004 è in vendita l'album che contiene undici motivi cantati da Milva tratti dalle poesie di Alda Merini più una traccia cd rom. L'autore delle musiche è Giovanni Muti. Il 21 marzo, presente la stessa Merini, in occasione del suo settantatreesimo compleanno, viene eseguito un recital al Teatro Strehler di Milano, occasione per la presentazione del disco.
Durante l'estate 2004 molte sono state le iniziative sorte per far conoscere in maniera più diffusa la poesia di Alda Merini. Si cita ad esempio l'incontro che si è tenuto il 21 luglio al Teatro Romano dal titolo "Ebrietudine, omaggio ad Alda Merini", sei cantate composte da Federico Gozzellino su poesie di Alda Merini.
lunedì, dicembre 19, 2005
[ Speciale fotografia ] Alda Merini § 1
L’artista è un patriota è uno che da lustro al luogo dove è nato, alla propria terra. È un acuto osservatore dei costumi della propria gente.
Noi abbiamo il vantaggio di una grande solitudine ma anche di una grande fantasia, di un occhio che vede e pensa la vita degli altri. Il poeta, l’artista, rappresentano la Storia.
I poeti, sono i pronipoti di Dio.
Cosa pensa dei giovani poeti?
Diceva Rilke: “ma datevi all’agricoltura, datevi al lavoro pesante, cominciate a lavorare sodo!”
...ma anche lei è stata una giovane poetessa…
Si io avevo sedici anni quando sono entrata nelle antologie, sono stata un caso nazionale, a venti sono entrata in manicomio. Prima nelle antologie, poi in manicomio… così ho cambiato pagina.
foto Bonfanti: http://www.marcelbon.com/index.html
"Poesia a Giuliano Grittini, fotografo". Tratto da www.aldamerini.it. Il racconto della poetessa è disarmante quanto semplice e ribalta le posizioni fra osservatore e osservato: lo stigma muta in icona. Alchimia incomprensibile o sensibilità acuta ?
Scatenar Tempesta
Quello stesso giorno mi era morta un’amica, una cara amic che il manicomio aveva respinto. Era una donna castigata, molto pulita e ordnata, che però non era riuscita come me ad emergere dal suo nulla. Il S.Paolo la respinse, si trovò sola, con un marito che non voleva più vedere. Era Natale e lui che l’amava tanto gli aveva preparato na festa degna del loro amore. Lui si chiamava Michele ed è stato il vigile urbano che ha fondato la festa sui Navigli, lei una delle più belle ragazze delle due sponde. Forse lui voleva amarla, lei non voleva. La mia reazione fu violenta, come il suo disgusto per la vita.
Era morta anche Rossella proprio il giorno si S. Valentino. E allora io, malgrado la mia bronchite, mi spogliai nuda davanti a Giuliano e gli dissi : “…dobbiamo fare scandalo…”, uno scandalo più cupo di quello dei manicomi. Ne uscirono dodici foto talmente belle che non potei non approvarle. Ma erano diverse, erano paciose e ironiche come io non volevo ce fossero. Tra l’altro, con tutto quell’adipe che mi portavo addosso, le tracce delle passate torture non si vedevano proprio.
Grittini non mi toccò. Ripose le foto e da allora, lui che conosceva tutte le mie sofferenze, non mi lasciò più. Grazie a lui vinsi tutti i premi possibili. Ma ebbe un tle rispetto di me, che anch’io come lui capii l’interno valore artistico di una fotografia.”
( Alessandro Riva, tratto da “ Il lato oscuro della letteratura”)
domenica, dicembre 18, 2005
[ musica ] # 2 " ...Nell'universo della mia pazzia ho una nuova teoria..."
Nell'universo della mia pazzia
ho una nuova teoria
per me la gente
vola.
So cos'è che non va
disabitudine alla realtà
come dire sono
solo.
Io dopo di te
non sono morto né guarito
ma ci ho provato, era un mio diritto
e non è servito.
E mi sono vestito
come un idiota vestito
che avevo in testa
nessuno m'ha invitato alla sua festa.
La gente
vola
vola
ed io
sto troppo giù
l'amore
vola
e vola
ed io
mi sento, mi sento giù.
L'amore
vola
e vola
e tu
non c'eri già più.
Nel rovescio della mia vita
una prova innocente
chiamare amore un amore qualunque
a cui di me non gliene frega niente.
E ma non scoppia il cuore
non mi sento affogare
non ho voglia di bere, né di parlare
perché non ho amore di cui parlare
e penso che forse, davvero la gente.
Vola
vola
ed io
sto troppo giù.
L'amore
vola
e vola
ed io
mi sento mi sento giù.
L'amore
vola
vola
e tu
non c'eri già più.
Nel sottoscala della mia ragione
c'è la speranza che tu ritorni
E' solo un tarlo, consuma i giorni
ma chi può dirlo? Forse anche il mio amore
Vola
ed io
mi sento già più su.
Vola
e vola
e tu non ci sei più.
L'amore
vola
e vola
ed io
mi sento già più su.